Abbiamo posto questa domanda alla Dott.ssa Laura de Girolamo – Biologa e Direttore del Laboratorio di Biotecnologie applicate all’Ortopedia e di RE.GA.IN – Regenerative Galeazzi Institute all’I.R.C.C.S. Istituto Ortopedico Galeazzi. Di seguito la risposta.

La Medicina Rigenerativa per riparare e contrastare processi patologici

“La Medicina Rigenerativa parte da un concetto molto semplice, ovvero che se il nostro organismo è in grado di riparare autonomamente danni di relativamente piccole dimensioni, esso può essere anche capace, se messo nelle condizioni ottimali, di contrastare anche processi patologici più complessi.
Un prodotto di Medicina Rigenerativa non è standard, ovvero non è fabbricato da un’industria farmaceutica come un tradizionale farmaco, ma viene ottenuto dalla lavorazione del campione biologico di partenza, il sangue o il tessuto adiposo del paziente stesso. Questo, insieme alla gravità del quadro sintomatologico, porta ad ottenere risultati variabili e non sempre perfettamente prevedibili.”

Attendere che i “processi biologici” facciano il proprio corso

“Infatti, parliamo di meccanismi che si basano sulla biologia dei tessuti. Sebbene alcuni pazienti da subito riferiscono di avere sollievo, in realtà questa terapia non fornisce benefici istantanei. Bisogna infatti attendere che i processi biologici facciano il loro corso, e a volte questo significa anche aspettarsi un miglioramento dopo diverse settimane. Nel caso del Plasma Ricco di Piastrine (il cosiddetto PRP) i pazienti riferiscono di aver raggiunto il picco del miglioramento dopo circa due mesi dall’infiltrazione, addirittura il picco può essere anche a 4 mesi nel caso di infiltrazioni con concentrati cellulari da tessuto adiposo o midollo osseo.”

Risultati dei trattamenti di Medicina Rigenerativa decisamente positivi sotto il profilo clinico

“Nonostante la variabilità di risposta, i risultati di questi trattamenti sono decisamente positivi sotto il profilo clinico: la raccolta dati eseguita dai medici e ricercatori del nostro Istituto e di altri Centri mostra che i trattamenti con PRP e concentrati cellulari da tessuto adiposo o midollo osseo migliorano la funzionalità e il dolore nei casi di degenerazione articolare su base artrosica nel 70% dei pazienti, con un miglioramento medio del 50% rispetto ai valori pre-trattamento.
Ciò significa che in questo 70% dei casi abbiamo avuto evidenti prove che il trattamento abbia contribuito a un miglioramento clinico-funzionale nella vita del paziente.
Il restante 30% dei pazienti hanno dichiarato di non aver riscontrato significativi benefici dal trattamento ricevuto, sebbene la maggior parte di essi si dichiara comunque soddisfatta. È ancora presto per poter stabilire con precisione perché su questa porzione di pazienti il trattamento non sia stato efficace, ma stiamo appunto cercando di individuare, mediante la raccolta dei dati, eventuali fattori predisponenti che possono in qualche modo ridurre l’efficacia del trattamento.”