ArticoloArtrosi e Cellule Staminali Mesenchimali: la “farmacia” del nostro corpo

L’incidenza dell’artrosi

Con artrosi viene indicata la forma più comune di artrite che colpisce attualmente il 10% degli individui di età superiore ai 60 anni in tutto il mondo, e si stima possa diventare la quarta principale causa di disabilità entro il 2025.

I trattamenti conservativi (non invasivi) come la terapia fisica o l’utilizzo di farmaci antinfiammatori e antidolorifici, portano solo miglioramenti modesti e di breve durata. Pertanto per contrastare questa patologia è in continua crescita la domanda di protesi di ginocchio e anca.

A metà tra i trattamenti farmacologici e quelli chirurgici, le cellule staminali mesenchimali hanno suscitato un grande interesse per il loro potenziale anti-infiammatorio e le capacità di influenzare positivamente l’ambiente articolare nei pazienti affetti da artrosi.

Contrastare la progressione, specialmente nei pazienti più giovani

L’artrosi è una malattia cronica e progressiva, perciò una diagnosi precoce è essenziale per stabilire una terapia adeguata nel tentativo di contrastare la progressione della malattia.

Non dobbiamo infatti pensare che questa patologia riguardi solo i pazienti anziani: sempre più giovani si devono confrontare con un inizio precoce dell’artrosi, a volte conseguenza di traumi o infortuni ripetuti, soprattutto sportivi, a volte causata dalla conformazione anatomica delle nostre articolazioni. Come ricorda la Dr.ssa Francesca Facchini del Centro di Traumatologia dello Sport e Chirurgia Artroscopica dell’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi «trattare con successo i pazienti artrosici più giovani è una sfida particolarmente ardua. Infatti, è probabile che questi pazienti abbiano uno stile di vita più attivo e fisicamente impegnativo, che influisce negativamente sulla longevità degli impianti protesici, come dimostrato dal più alto tasso di fallimenti degli impianti che portano a interventi di revisione nei pazienti più giovani rispetto a quelli più anziani».

Proprio a causa del crescente numero di pazienti affetti da artrosi, molti dei quali ancora giovani e con elevate esigenze funzionali, i trattamenti conservativi basati sull’impiego delle cellule staminali mesenchimali volti a rallentare il peggioramento del quadro artrosico sembrano assumono sempre più valore e rilevanza.

Il potenziale delle cellule staminali mesenchimali: la piccola “farmacia” del nostro corpo

Le scoperte più recenti hanno completamente cambiato la consapevolezza sulle potenzialità e sulla funzione delle cellule staminali mesenchimali, dimostrando che queste, in seguito ad un trauma o ad un evento infiammatorio, si attivano per produrre diversi tipo di molecole prettamente con potere antinfiammatorio, iniziando così il processo di ristabilimento della situazione fisiologica (di normalità) del tessuto.

È proprio grazie a queste osservazioni che Arnold Caplan e i suoi colleghi della Case University di Cleveland – USA, hanno definito le cellule staminali mesenchimali come una “farmacia” per il nostro corpo: le cellule, se utilizzate in un ambiente patologico, rilasciano una vasta gamma di fattori solubili nell’ambiente circostante, un cocktail di farmaci prodotti dalle cellule del nostro stesso corpo.

Queste caratteristiche sono particolarmente rilevanti per il trattamento di una condizione complessa come l’artrosi, che è solitamente caratterizzata da degenerazione della cartilagine, infiammazione della membrana sinoviale (sottile membrana che riveste internamente la capsula articolare e la parte articolare dell’osso) e da modifiche degenerative dell’osso subcondrale (osso sottostante la cartilagine).

Di fatto le cellule staminali mesenchimali diventano uno strumento valido per fornire ai pazienti un trattamento efficace e sicuro, che non preclude ulteriori trattamenti chirurgici futuri.

RE.GA.IN. Regenerative Galeazzi Institute

RE.GA.IN., Centro di Medicina Rigenerativa dell’IRCCS Galeazzi dà la possibilità a pazienti potenziali candidati al trattamento, di accedere a procedure avanzate che utilizzano cellule e molecole presenti nel midollo osseo o tessuto adiposo (fattori di crescita) studiate da oltre 10 anni nel Laboratorio di Biologie Applicate all’Ortopedia.

Il paziente, una volta concordato con lo Specialista il tipo di trattamento, in un singolo accesso ambulatoriale della durata di circa due ore, viene sottoposto ad un piccolo prelievo di tessuto adiposo (solitamente dall’addome) o di midollo osseo (dalla cresta iliaca). Il campione prelevato, dopo essere stato processato con le metodiche più moderne ed efficaci e approvate dal Comitato Clinico Scientifico di RE.GA.IN, tutte eseguite nell’ambulatorio chirurgico, viene infiltrato nel sito di artrosico.

Il paziente, una volta eseguita l’infiltrazione può riprendere immediatamente le sue attività quotidiane lievi, caricando immediatamente l’articolazione, e dopo un paio di settimane anche attività più impegnative, quali quelle sportive.

Presso RE.GA.IN. vengono anche eseguite le più note infiltrazioni di fattori di crescita, più comunemente note come infiltrazioni di PRP (Plasma Ricco di Piastrine), derivate da un prelievo di sangue del paziente stesso. Questi trattamenti, in uso all’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi da ormai più di 10 anni in diversi contesti clinici hanno fornito eccellenti risultati nel trattamento di diverse patologie, incluse le fasi più iniziali dell’artrosi.

Le sfide future di RE.GA.IN.

Diversi studi sono attualmente in corso per approfondire e migliorare il potenziale di queste procedure, le possibili modifiche necessarie per ottenere risultati migliori e gli agenti biologici più efficienti per ogni tipo di paziente e il grado di malattia.

RE.GA.IN. si pone non solo l’obiettivo di essere un centro altamente specializzato che opera secondo i più rigorosi standard di sicurezza, ma anche un centro di raccolta dati a cui i ricercatori RE.GA.IN. possono accedere per analizzare i risultati e migliorare continuamente l’efficacia e la sicurezza dei trattamenti.

«RE.GA.IN è un Centro di Medicina Rigenerativa a 360° dove, per fornire ai pazienti una migliore esperienza scienziati di base, medici e industrie bio-tech lavorano in stretta collaborazione», spiega la dr.ssa Laura de Girolamo, direttrice RE.GA.IN. e del Laboratorio di Biologie Applicate all’Ortopedia dell’IRCCS Galeazzi. I pazienti trattati presso RE.GA.IN., grazie anche all’impiego di un software che innova il concetto di cura facilitando il rapporto medico-paziente, ricevono informazioni dettagliate circa il trattamento a cui si sottopongono, vengono guidati durante il percorso terapeutico e monitorati per diverso tempo dopo la procedura proprio per studiarne i risultati.

Crediamo molto in questo approccio come un’alternativa efficace, di media durata, agli approcci chirurgici più invasivi per il trattamento dell’artrosi e di altre patologie degenerative.